La lettera di Gloria
Ciao a tutti,
mi chiamo Gloria e sono una volontaria.
Se vi siete immaginati queste prime due righe come se fossero state pronunciate all’interno di un gruppo degli Alcolisti Anonimi, avete fatto centro. Perché? Ci arriviamo tra un po’, ma intanto procediamo con ordine.
Come vi dicevo, mi chiamo Gloria e oltre che essere una volontaria del progetto Prometeo, sono una psicologa e mi occupo di anziani con patologie neurodegenerative.
Ho incontrato per la prima volta il progetto Prometeo un mese prima che scoppiasse la pandemia. Abitavo solo da un paio di mesi a Torino e avevo bisogno di prendere contatto con le realtà del territorio. Così ho incontrato Simona e tutto lo staff di Prometeo, per attivare un accompagnamento protetto per una signora anziana che voleva frequentare il corso Internauti. Come potete immaginare, causa lockdown, questo accompagnamento non è mai iniziato. Allora ho pensato: “Beh, finisce qui il mio volontariato, ancora prima di iniziare”. Non avrei potuto essere più in torto di così.
Poco dopo, infatti, Simona mi ha ricontattato, e dopo lunghe chiacchiere telefoniche, abbiamo capito che volevamo aprire uno spazio di conversazione con gli anziani del territorio, per sapere (e far sapere a tutti) come avevano trascorso il periodo del primo lockdown. È nato così il progetto “Mio caro nipote del futuro”.
Abbiamo contattato 8 anziani che ci hanno aperto virtualmente la loro porta di casa e ci hanno fatte virtualmente accomodare per un caffè e biscotti, raccontandoci come hanno vissuto il loro confinamento in casa.
Quando pensiamo agli anziani, spesso pensiamo alle loro fragilità. È in parte questo è inevitabile, perché in effetti gli anziani sono una categoria fragile della popolazione. Raramente però, pensiamo alle incredibili risorse dei nostri anziani. Grazie a questo progetto, ho potuto scoprire che insieme alle fragilità di ogni anziano che ha preso parte al nostro progetto ci sono anche grandi punti di forza, che mi hanno insegnato, caffè virtuale dopo caffè virtuale, come a tutte le età si possano trovare, durante momenti bui, tanti piccoli momenti di luce e bellezza.
Cosa c’entra tutto questo con gli Alcolisti Anonimi? Apparentemente nulla, ma la realtà è che quando si inizia a fare un percorso di volontariato, questo diventa come una dipendenza. Una dipendenza buona. Dopo un po’, non si potrà più fare a meno di essere un piccolo mattoncino all’interno della costruzione di una città più inclusiva e che riesca a valorizzare tutte le fasce della popolazione.
Ciao a tutti,
mi chiamo Gloria e sono una volontaria.
Ma non voglio smettere. Vorrei invece che sempre più persone concedessero il bene più prezioso che hanno, il proprio tempo, per farlo maturare e infine fruttare in qualcosa di più grande: tempo per gli altri.
Non ve ne pentirete, parola di una Dipendente da volontariato.